Il fenomeno Clubhouse tra moderatori, speaker e ascoltatori

“La nostra stella polare era creare qualcosa per cui una volta chiusa l’app al termine della sessione, ci si sarebbe sentiti meglio di quando era stata aperta, perché avevi stretto amicizie, incontrato nuove persone e imparato molte cose”.

Questa l’idea alla base di Clubhouse, tratta da una delle dichiarazioni degli ideatori e sviluppatori Paul Davison e Rohan Seth.

Lo avrete sentito nominare per la presenza di Elon Musk ma anche per l’arrivo di molti altri personaggi famosi internazionali o italiani che hanno pubblicizzato questa nuova piattaforma. In verità, tanto nuova non è perché in USA è già attiva da circa un anno, con addirittura 2 milioni di utenti e 100 milioni di dollari di investimento dalla nota società di venture capital Andreessen Horowitz.

Ma di cosa si tratta? Niente foto da scattare, niente video da condividere, niente post da scrivere. Solo una foto profilo, una biografia e la possibilità di entrare in una stanza (o room come viene denominata in Clubhouse) per ascoltare gli altri o per dire la propria, raccontando quello che si ritiene utile o quello che riguarda l’argomento della conversazione.

Al momento l’app Clubhouse è accessibile solo agli utenti iOS e solo tramite invito di chi è già in possesso di un account attivo all’interno di Clubhouse (ogni nuovo utente ne ha a disposizione 2). Questo significa che per il momento la nuova piattaforma possiede un accesso limitato, in una sorta di Beta che permetterà agli sviluppatori di sistemare il tutto per poi promuovere il social in futuro anche ad utenti Android e senza inviti.

La home mette subito in primo piano le stanze suggerite: non appena si fa tap su una di queste si entra nella conversazione ed è possibile ascoltare fin da subito cosa stanno dicendo gli utenti al loro interno (si entra automaticamente in mute). Entrare in una stanza significa diventare spettatore ma con la possibilità, alzando la mano, di interagire “salendo sul palco” e partecipando attivamente alla discussione.

E, se il moderatore del momento lo vorrà, trasformerà l’utente in ”speaker” ossia un membro della stanza con la possibilità di parlare. In questo caso si avrà la possibilità di attivare il microfono e dunque di poter interagire con la stanza e gli altri membri.

I moderatori sono, spesso ma non sempre, i creatori della stanza: sono loro che danno la parola a chi alza la mano, loro che dirigono la conversazione real time dettando tempi, tematiche di discussione e modalità di intervento.

Salire sul palco è, quindi, molto semplice e prendere parte alle discussioni rende molto veloce la crescita all’interno della piattaforma che, come tutte le altre, dà la possibilità di avere followers e following per ciascun profilo.

Sono tre le differenti modalità con cui creare una nuova room: Open, Social e Closed. I nomi parlano chiaro perché si ha la possibilità di aprire una stanza completamente pubblica dove tutti possono entrare liberamente o una stanza solo per pochi intimi ossia dove le persone entrano solo ed esclusivamente se invitate; una stanza visibile solo alle persone interconnesse tra di loro ossia quelle che ogni utente segue; infine una stanza non visibile agli altri pubblicamente.

Per ora la sfida è quella, almeno in Italia, di essere live con costanza – addirittura esistono anche room sempre attive e mai chiuse dal primo ingresso in Clubhouse – creando dei format simili a trasmissioni in live streaming, per farsi conoscere ed ovviamente apprezzare come sulle altre piattaforme e di avere un pubblico che sia il più ampio possibile, almeno in termini numerici.

Al momento nelle room non è possibile registrare o salvare nulla, bisogna esserci per fruire dei contenuti di piattaforma. Ed è questo che, almeno in prima battuta, determina attaccamento e una specie di dipendenza.

Molte delle personalità seguite su altri canali social sono già in Clubhouse e stanno organizzando format e palinsesti che vanno dall’intrattenimento, alle news, al dibattito di attualità e a tutte quelle discussioni in trending sui vari settori: tra i più diffusi Marketing, Digital, Social, Startup, Influencer, Tech ma anche Salute, Spiritualità, Sostenibilità, Sport, Libri, Vacanze, Musica, Networking e chi più ne ha, più ne metta.

Attraverso un calendario, posto nella parte alta della home è possibile conoscere i prossimi “spettacoli in onda” per essere tempestivi nella partecipazione o anche per farsi notificare in futuro l’inizio della “trasmissione”.

La piattaforma è davvero interessante perché sembra la nuova versione di una radio costantemente live – tra l’altro risultano perfetti tutti i più famosi speaker radiofonici e televisivi – con l’aggiunta di essere utile per la quantità di aggiornamenti rintracciabili sui diversi settori e perennemente disponibile.

Chiaramente sono già in atto sperimentazioni lato brand ma per ora non ci sono meccanismi di monetizzazione attivi. Quello che si riscontra – un po’ come avviene anche su Linkedin – è che le persone rappresentino le aziende per cui lavorano e quindi, non essendoci i canali ufficiali di brand, sono proprio i dipendenti ad intervenire nelle discussioni o a organizzare stanze, venendo poi associati ai brand per i quali lavorano. In sostanza, le tue competenze e quello che dici potrebbero essere accomunati di riflesso all’azienda per cui lavori.

Tra i trend discussi su Clubhouse rispetto all’utilizzo stesso di Clubhouse:

👉 Diventare Moderatori di professione, ovvero professionisti della conversazione a più voci e ninja delle crisi vocali

👉 Organizzare stanze similmente a format e palinsesti radiofonici: un nome e un format riconoscibile, un appuntamento fisso, moderatori fissi, e ospiti diversificati

👉 Valutare la possibilità di essere “acceleratori di stanze”, ovvero creare e avviare stanze per poi lasciarle andare autonomamente

👉 Diventare profili conosciuti e ri-conosciuti in piattaforma perché promotori di domande/ riflessioni e punti di vista particolarmente interessanti o semplicemente diversi

👉 Immaginare, anche rispetto alle esperienze USA, eventi live powered by brand coincidenti con le room

👉 Aspettarsi l’integrazione di audio storie e chat vocali anche negli social, ad esempio per il lancio di una room o di una attività su Clubhouse

Per ora la sensazione è quella di avere a che fare con un Talk costantemente acceso e focalizzato sull’inclusione, ovvero sull’ideale di far salire sul palco il maggior numero di persone. Quello che immaginiamo per il futuro però è già diverso:

👉 room dedicate solo all’ascolto o almeno con molta meno frenesia rispetto agli interventi del pubblico

👉 room focalizzate sulla formazione e su lezioni dedicate all’apprendimento di ogni materia

👉 room per svolgere in modo pubblico e trasparente dei veri e propri colloqui di lavoro

👉 room a pagamento per avere diritto a sedute specifiche con professionisti o specialisti

Essendo, infatti, molto time consuming e mettendo da parte l’euforia della novità, probabilmente solo le room o i format in grado di creare valore aggiunto potrebbero avere lunga vita. Al contrario, tutte le altre rischierebbero di diventare solo chatting a perder tempo. Chiaramente vedremo con il tempo quale sarà la direzione e soprattutto come Clubhouse evolverà in relazione all’interesse e alla creatività degli utenti utilizzatori.

E parlando anche di professioni, quali saranno quelle future connesse a questo tipo di piattaforma? Eccone alcune:

👉 Moderatore, ovviamente

👉 Speaker

👉 Regia dedicata

👉 Ideatore di format e palinsesti Audio

👉 Acceleratore Room

👉 Influencer Audio

👉 Animatore Audio

👉 Buttafuori e PR

👉 Formatore specializzato per sessioni Audio

Infine, tornando all’attualità, notizia dell’ultim’ora, Mark Zuckerberg ha partecipato come ospite a sorpresa in una conversazione su Clubhouse e ha dichiarato che ha trovato particolarmente interessante le dinamiche della nuova piattaforma. Al punto che, come riportato dal New York Times, alcuni dirigenti di Facebook hanno già pensato di sviluppare un prodotto simile.

E voi, cari Cercatori, siete già alle prese con ClubHouse? Aspettiamo il vostro punto di vista!

Fonti: Hwupgrade, Wired

La migliore Guida in assoluto, quella di Rossella Pivanti

Approfondimento sulla Privacy Policy Clubhouse su Agenda Digitale

I migliori strumenti gratuiti per l’utilizzo di Clubhouse by Giorgio Taverniti

Perché Clubhouse usa i volti al posto dell’icona

Credits Immagini: Woman vector created by pch.vector – www.freepik.com

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